Giovanni Allevi dopo due anni di assenza dalle scene è tornato a suonare davanti al pubblico al Festival di Sanremo.
Grande commozione durante la seconda serata del Festival di Sanremo che ha visto il ritorno davanti al pubblico di Giovanni Allevi, dopo due anni di assenza, a causa della malattia che lo ha colpito. Nel 2022 Giovanni Allevi era stato infatti colpito da un mieloma, “una neoplasia dal suono dolce”: così aveva comunicato sui social la sua malattia.
Il maestro Giovanni Allevi è salito sul palco del Teatro Ariston per parlare dell’importanza di non dar troppo peso alle opinioni altrui, della bellezza della vita e di come la malattia possa togliere e restituire. Come ospite della seconda serata di Sanremo 2024, il maestro ha raccontato con grande onestà e senza nascondere la sua fragilità cosa significa convivere con un mieloma, come la sua vita sia cambiata e come sia mutata la sua capacità di suonare il pianoforte da quando ha scoperto di essere malato.
Il momento si è concluso sulle note della canzone “Tomorrow”, che il maestro ha suonato per il pubblico del Festival. “È liberatorio essere se stessi”, ha detto.
Il monologo di Giovanni Allevi
Giovanni Allevi emozionato sul palco ha iniziato così il suo monologo: “All’improvviso mi è crollato tutto. Non suono più un pianoforte davanti a un pubblico da quasi due anni. Nel mio ultimo concerto il dolore alla schiena era così forte che non riuscivo ad alzarmi dallo sgabello. Poi è arrivata la diagnosi pesantissima“.
E ha continuato: Ho perso tanto, il mio lavoro, i miei capelli, ma non la speranza e la voglia di immaginare, era come se il dolore mi porgesse inaspettati doni. Quali? Vi faccio un esempio, non molto tempo fa durante un concerto in un teatro pieno ho notato una poltrona vuota. Mi sono sentito mancare, eppure all’inizio ho fatto concerti anche davanti a 15 persone, oggi dopo la malattia non so cosa darei per suonare davanti a 15 persone”.
“I numeri non contano. Ogni individuo è unico irripetibile e irripetibile a suo modo infinito. Ancora un dono, ma quanti sono. Quando tutto crolla e resta solo l’essenziale, il giudizio che arriva dall’esterno non conta più e come intuisce Kant alla fine della Critica della ragion pratica, il cielo stellato può continuare a volteggiare nelle sue orbite perfetto possono essere immerso in una condizione di continuo mutamento eppure in me c’è qualcosa che permane ed è ragionevole pensare che permarrà in eterno. Io sono quel che sono e se è così, cosa sarà un giudizio esterno. Voglio accettare il nuovo Giovanni “.
Si è poi tolto la cuffia mostrando la folta chioma grigia e avvicinandosi al piano ha concluso: “Per ringraziarvi, e per dare speranza a tutti quelli che stanno lottando, suonerò di nuovo il pianoforte davanti al pubblico. Ho due vertebre fratturate la d10 e la l1 adesso ne conosco il nome tecnico e il formicolio e tremore alle dita neuropatia cognitiva. Però come dissi in quell’ultimo concerto a Vienna suonerò con tutta l’anima”.